
Immagine presa da qui
Poco più di un anno fa, ci riflettevo giusto oggi, ho preso coscienza che il web serve anche per promuovere uno scrittore. O il suo libro. Che non è la stessa cosa ma quasi. Ho sempre fatto “promozione” o “marketing”, per le aziende con cui ho lavorato, per eventi, manifestazioni, ma non mi era mai capitato di doverlo fare per me stessa.
Questo meccansimo perverso della pubblicità di sè stessi online non mi è mai stato congeniale. Io sono della vecchia scuola, amo il contatto diretto con la gente, guardarsi negli occhi, parlarsi. L’emozione di un incontro è qualcosa di straordinario. Può nascere di tutto dalla sinergia che si crea, anche nuovi spunti per creare qualcosa di diverso, di bello, di duraturo. Sono le relazioni che arricchiscono. Ecco perché, per quanto riguarda la mia realtà di scrittrice, fino a un anno fa l’ho sempre fatta conoscere “face to face” (ma sì, un inglesismo ci sta bene, è più efficace…).
Poi sono entrata nel meccanismo della promozione sui social. Perché è necessario. Ma l’ho fatto informandomi e preparandomi, e per fortuna, perché vi assicuro che si tratta di un vortice che risucchia tutto, energie, tempo, speranze e illusioni. Poi l’incontro con la SelfPublishing School e quasi subito e mi sono rincuorata. C’era qualcun altro che si poneva il mio stesso problema. Una promozione efficace e che lasciasse spazio all’attività principale: la scrittura.
Dopo un anno o poco più però mi sono stancata. Tutto troppo ripetitivo e strategico. Non fa per me. Partendo dagli elementi cardine che la SPS mi ha fornito ho capito che dovevo esplorare i miei desideri per raggiungere gli obbiettivi prefissati. Nuovi metodi, nuove iniziative, nuovi spazi da indagare. Che avessero a che fare con ciò che amo di più: gli incontri. Beh, funziona. Il primo risultato è il booktrailer di cui ho scritto addirittura una guida, e mi sono divertita a fare l’uno e l’altra. Poi, come le ciliegie, un’idea tira l’altra. Ma ve ne parlerò in seguito.

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