Quest’anno non avrei dovuto partecipare a #LibriCome. Semplicemente non dovevo essere in Italia durante l’evento. Ma una fortunata serie di coincidenze ha fatto sì che mi trovassi a Roma, quindi mi sono detta “why not?” (sì, proprio in inglese me lo son detta…).
Ho pensato di cercare una chiave “social” a questa kermesse dedicata alla scuola. Ultimamente (da qualche anno, se vogliamo essere precisi), si parla molto di libri, editoria e letteratura sui social network. Non è sfuggita a nessuno la campagna #unlibroèunlibro promossa dall’AIE per la parificazione dell’aliquota IVA tra ebook e libri cartacei. Come spero non sfugga a nessuno la battaglia #Stregadigitale promossa da Luca Fadda (qui) dopo le “mirabolanti” variazioni al regolamento del famoso Premio Letterario per includere la piccola e media editoria (non è solo una provocazione).
Cercare quindi questa “chiave social” a Libri Come mi sembrava interessante, se non altro per sfatare quel mito che “Facebook e Twitter uccidono la cultura”. A volte è così. Altre volte no. Se imparassimo a interpretare i mondi virtuali come opportunità, potremmo stupirci dei risultati. Io ne sono convinta, e lo racconto in questo articolo su “Art a part of cult(ure)”. E chi non è d’accordo si esprima pure, io non mordo.
Libri Come. Quando i social incontrano la letteratura: progetto per un mondo di futuri pensatori
Il tema di Libri Come quest’anno è stato la scuola. Certo è importante, anzi, essenziale che la letteratura, i libri e la scuola si incontrino, se non altro per “provare” ad interessare i lettori di domani. Ciò che però mi ha, in un certo senso, affascinata, è stato l’incontro dei social network col mondo letterario, e in due occasioni specifiche ne ho potuto constatare la sublimazione e l’eccezionalità.
Giovedì 12 marzo ho partecipato all’incontro organizzato per TwLetteratura. C’era Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Cesare Pavese (Continua a leggere…)
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