
Immagine presa da qui
La signora cammina a testa bassa guardandosi i piedi, quasi che da lì possa giungerle la risposta a qualche arcano mistero. Non fosse altro che per i chilometri percorsi negli ultimi mesi, ci sarebbe davvero da chiedersi il perché di tanto peregrinare. Per andare dove? O forse, per andare quando? Pare assurdo a ben pensare: un complemento di moto a luogo non può diventare un complemento di tempo. Ma se ogni passo fatto la avvicina alla meta, allora può essere così. Molto più semplice e rassicurante guardare al tempo che resta che a quello passato. A un certo punto della vita le due misure si equivalgono, e poi la svolta, e il tempo va in discesa. No, non sta morendo la signora. Ha solo un progetto da realizzare. In tempi non sospetti, quando ancora esistevano i sogni da cui attingere senza parsimonia, non sarebbe stata lì a contare i minuti, i giorni, i passi. Avrebbe agito, e basta, avrebbe bruciato le tappe senza neanche guardare la sua ombra proiettata sull’asfalto. Ma i sogni erano scomparsi qualche tempo prima e lei aveva dovuto adeguarsi.
La signora si è fermata ad aspettare l’autobus. Ha venduto l’auto e i gioielli preziosi, meglio non avere orpelli cui sentirsi legata, meglio risparmiare bagagli, denari e rimpianti.
In un mondo senza sogni una mattina si è svegliata con la sensazione di essere osservata. Ha colto, con l’angolo esterno dell’occhio, – o forse era un flusso di coscienza, – un’immagine colorata e luminosa. Non vi era più abituata, e ci mise un po’ a capire che aveva sognato, aveva commesso un atto illecito anche se involontario. Sarebbe stata punita comunque, se l’avessero scoperta.
Da allora la signora cammina con la testa bassa e si guarda le scarpe, per timore di essere accusata, per paura di essere derubata. Manca poco però, davvero pochi passi, e nessuno capirà mai cos’è accaduto. A meno che… non la vedano sorridere. Da domani indosserà un cappello a tesa larga, la prudenza non è mai troppa in questo mondo di ladri.