Certe volte mi capita di dover scrivere cose brevi, perché il pensiero è un lampo che si accende all’improvviso e deve restare così, come una fotografia. Sono quelle riflessioni “pure”, non troppo ragionate, che arrivano da qualche parte dentro di me (dentro di noi), magari al mattino quando tutto ancora tace, o alla sera quando i rumori della vita cominciano a smorzarsi. Chiamare poesie questi scritti istantanei mi pare esagerato, però va bene dai, sono testi poetici, e che i grandi mi perdonino.
Stamattina, all’alba (mi sveglio prestissimo), mi è “arrivata” con urgenza alla mente questa frase (quella del titolo), e poi tutto il resto. Tanta era l’urgenza che, per non dimenticare nulla, ho smesso di bere il mio adorato caffè e ho scritto a mano. La mia poesia/metafora sulla vita di oggi è questa:
Si fa sera, amico mio.
Lo vedi? Si fa sera amico mio.
Lenta ci avvolge
dagli angoli degli occhi
e li socchiude
in sottili fessure.
E poi ci inganna
che dalle pupille acute
ancora ci fa scorgere
un barlume del giorno.
Lo vedi? Si fa sera amico mio.
E nulla possiamo
per fermare la notte
che avanza
da una breve distanza.
Eppure è ancora luce
amico mio
in qualche parte del mondo
e la voglio godere.
Lo vedi? Si fa sera amico mio.
E io spalanco gli occhi
che mi bruci
questo avanzo di sole
prima del tramonto.