“Io sono
nuvola di emozioni instabili
e mi muovo nel vento.”
Questo scrivevo qualche tempo fa, quando ancora una volta delegavo alla poesia le mie comunicazioni scomode. Ma in fondo è giusto così, no? si può ammantare di bellezza e grazia anche ciò che ci fa paura; questo non vuol dire che il significato verrà stravolto, tradito, ma che semmai ci farà meno paura, potrà distrarci come solo un gesto gentile sa fare. Ecco cos’è la poesia: un gesto gentile fra le brutture del mondo. Spero allora, con altrettanta gentilezza, di riuscire a dare un vestito diverso alle parole più antiche del mondo.
Leggera passerò nella tua vita,
e lascerò una scia
più spessa di un filo di fumo,
più sottile del solco che lascia l’aratro
quando penetra l’anima della terra
facendola sua.
Io sono
nuvola di emozioni instabili
e mi muovo nel vento.
Una traccia rimane
che sa di aria e di sole
di radici dissodate
di zolle pregne e grasse d’umore.
È l’essenza di me
che permane,
se solo l’avrai colta
mentre leggera
passava nella tua vita.
E ricomincio da qui
dove la penna si è fermata
che andare avanti
significava fine
e io sono quella dell’eterno inizio,
ancora una zolla da dissodare
ancora una traccia da ricercare
ancora qualcosa di me che rimane
e che vince, malgrado tutto,
da non dimenticare.