
Immagine presa da qui
Booktrailer di 1Q84
Un’immagine è qualcosa di molto evocativo. Può esserlo direttamente o indirettamente, ma è certo che non si può restare indifferenti. Cattura l’attenzione. Un’immagine unita a un suono, una melodia, una musica, può addirittura farci cambiare l’evocazione primitiva, può distrarci o può trasportarci in un luogo diverso, nuovo. Oppure può rendere l’immagine più forte, potente. Bisogna trovare l’equilibrio giusto, trascendere da ciò che è d’effetto per scoprire ciò che è efficace. Ci vuole un buon regista per ottenere un buon risultato. E un buon sceneggiatore.
Un libro è una creatura particolare. Nasce unidimensionale. L’unica traettoria che conosce è quella creata dal rapporto con lo scrittore. Non ci sono interferenze. E per lo scrittore il significato, il senso del messaggio che vuol trasmettere con le parole è chiaro, è il suo, non ci possono essere dubbi o equivoci. Poi il libro cresce e a un certo punto passa al lettore. E si trasforma, diventa bidimensionale. Il rapporto ora è a tre, perché il libro appartiene ancora allo scrittore, ma il lettore se ne appropria, trova la sua chiave di lettura, il suo senso, la sua emozione. E lo scrittore non può farci nulla.
Il booktrailer è uno strumento formidabile per far diventare il libro tridimensionale. Le parole diventano immagini e suoni e lo scrittore può far tornare a sè, alla sua esperienza, al suo sentire, ciò che ha scritto, e lasciare che tutta l’evocazione da lui esca e si propaghi. Un modo per togliere ogni dubbio, per avere la certezza che il lettore capisca esattamente ciò che si voleva raccontare. In realtà la certezza non c’è mai, le garanzie nell’arte non esistono e chi legge un libro vuole sempre sentirsi libero di appropriarsene, di farlo suo. Ma certo è che quella traccia, quella fatta dalle sensazioni visive e uditive, resta. E allora sarà come entrare per un momento nel mondo fantastico di chi quel libro l’ha scritto, curiosare tra le pieghe dei suoi pensieri, sbirciare l’arcano.
Diego Errazuriz Guler – Noviembre (da ascoltare ad occhi chiusi)
L’evocazione della parola unita all’immagine e al suono si alimenta di se stessa. E a quel punto le parole neppure servono più. Il booktrailer deve lasciar immaginare, non servono le didascalie. Le lettere silenziose lasciamole alle pagine.