DICONO DI ANNA:
“Attraverso il racconto delicato e poetico di una storia d’altri tempi, realmente accaduta, che trasuda dalle pagine profumo di salsedine, di cipria, di mosto, di more e di polvere da sparo, Cetta De Luca ci proietta nell’Italia del periodo fascista.” [continua a leggere su Letteratura al femminile]
“Perché dovrei leggerlo. Perché i romanzi nei quali si prova ad affrontare tutto – la natura la vita la guerra l’amore la morte il sesso la genitorialità… – sono sempre di meno e non è il caso di mancare quei nobili tentativi che, a dispetto del mercato editoriale, ancora esistono. Perché non c’è miglior manuale di scrittura di un buon romanzo. Perché in “Anna” si racconta una parte importante della nostra identità popolare, e – cosa non meno importante – ci sono le parole migliori per raccontarla.” [continua a leggere su Trotzdemnonostante]
“Cetta De Luca, con il suo ultimo lavoro, dà voce, ancora una volta, ad una donna. Lo fa con la consueta sensibilità, ma forse con una maturità diversa rispetto alle sue precedenti opere” [continua a leggere su OdordiGelsomino]
“Lascio al lettore la scoperta di questa piccola grande storia, l’ironia con cui i canoni di metà novecento vengono stravolti, nonché le vicissitudini della famiglia di Anna che fanno da contorno alla vicenda principale e il profumo affascinante di un paese del sud calabro.” [continua a leggere su LiberoLibro]
“Una lettura splendida per chi non ha paura di farsi invadere dai sentimenti (e ci sono davvero tutti, una gamma di sfumature umane diverse e di rara bellezza) e dalla forza con cui vengono affrontati, vissuti, dolorosamente attesi o perduti.” [continua a leggere su Amazon]
“[…] è raro che un libro ti rimanga dentro per così tanto tempo e per così tanto tempo ne ricordi le piccole sfumature, i nomi dei personaggi e addirittura gli odori: quello speziato della cucina , il pungente della polvere, il dolce dei fiori, quello soave dell’amore. Perché appunto, Anna di Cetta de Luca, è tutto questo e anche di più. La storia scivola lenta e adagio, nei cunicoli dell’anima, accarezza le ferite e asciuga i pianti.” [continua a leggere su Amazon]
“Ho letto questo libro in soli 2 giorni, rapita dalla caparbietà di questa “ragazzetta”, dalle splendide descrizioni di un tempo che non ho vissuto, dalla storia di quell’amore che non è amore. Non posso aggiungere altro, non voglio rovinarVi l’immenso piacere di leggerlo.
La scrittura è leggera e veloce, la trama ben costruita, le parole solcano l’anima, lentamente, proprio come le onde del mare che Anna tanto ama.” [continua a leggere su Amazon]
DICONO DI: NATA IN UNA CASA DI DONNE
“Chi è cresciuto in una famiglia matriarcale ritroverà nelle pagine del libro di Cetta De Luca le complesse dinamiche, le mai semplici e lineari relazioni, e quel caleidoscopico mondo di emozioni e sentimenti profondi.” [continua a leggere su Critica Letteraria]
“Il romanzo, oltre ad un sapiente intreccio degli eventi, cattura il lettore con il linguaggio. L’uso dell’imperfetto colora di melanconia ogni passo, ma non concede ai fatti nessun oblio.” [continua a leggere su Gli Amanti dei Libri]
“Una prosa leggera, precisa, dove la psicologia dei personaggi non appesantisce il racconto, ma lo spiega e lo rivela.” [continua a leggere su Il Comizietto]
“La scrittura di Cetta De Luca è semplice, piana ma anche evocativa di sentimenti complessi, pensieri difficili, articolati. Non solo narrazione, ma anche scavo interiore, trasudante emotività, di chi quegli anni li ha visti, avendone vissuto speranze e delusioni e ancora aspettative. Un libro scritto con amore e per amore, con la certezza che anche gli errori paghino, non si pagano e basta.” [continua a leggere su ExLibris]
“Una storia con un lieto fine che non è scontato, non è forzato, ma soprattutto non è stucchevole: un finale semplice, come delle volte è semplice recuperare un rapporto che si credeva spezzato e che invece torna più forte che mai. Ed è un finale straordinariamente bello, emozionante, commovente.” [Continua a leggere su Odor di Gelsomino]
“La forza di questo romanzo è oltre la storia.
La forza di questo romanzo è nel linguaggio. Un linguaggio che porta alla luce la potenza originaria del femminile senza intellettualismi e “partendo da sè”.
Un linguaggio che non chiede l’autorizzazione a nessuno per venire alla luce.” [continua a leggere su Goodreads]
È una buona storia di un’Italia che cambia grazie alle donne. Attraverso i decenni, e lo sguardo di una di esse, assistiamo alla lenta evoluzione che le donne apportano all’anima di un Paese che le ha sempre relegate in un ruolo preciso, e subordinato. [continua a leggere su Amazon]
DICONO DI: COLUI CHE RITORNA
“[…]la storia si dipana per “incastri temporali”, c’e’ un ieri e un oggi ben distinti. Da un lato un periodo medievale e dall’altro uno contemporaneo. Ci sono due coppie, due si sono ritrovati dopo anni di mancata frequentazione e due invece sono convinti di vivere la loro vita e di aver superato il primo fatale incontro. Ci sono due tipi di avvicinamento oggi è lei che rintraccia lui e nel passato è lui che pensa a lei.” [continua a leggere su Letturesconclusionate]
“Le parti migliori del romanzo sono, per il mio gusto, quelle del passato, in cui l’autrice mostra una particolare sensibilità e felicità nell’evocare paesaggi e atmosfere di viaggio, luoghi e personaggi, e soprattutto in cui la Storia fa capolino in maniera discreta e curiosa.”[continua a leggere su Tempoxme]
“Lo stile del linguaggio viene adattato volta per volta al periodo storico in cui si svolge il racconto ed il risultato è particolarmente felice nella narrazione ambientata nell’epoca più antica. Sembra quasi di essere lì con Tommaso e Clotilde, al mercato di Noceto o all’ospitale di Borgo San Donnino, oggi Fidenza, che mi ha permesso di immaginare come doveva essere l’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena a quei tempi; di assistere alla caduta dell’Impero romano o della scoperta dell’America; di incontrare Leonardo da Vinci bambino o l’autore dell’Orlando innamorato, due camei sapientemente inseriti all’interno della storia da parte dell’autrice.”[continua a leggere su MyDayWorth]
DICONO DI: QUELLA VOLTA CHE SONO MORTA
“Un plot avvincente e coinvolgente, anche perché l’autrice non esita a inserire nella sua scrittura una velata ironia che coinvolge ad esempio la psicanalista cui la protagonista affida il compito di indagare su questo suo spazio temporale perduto. Il lettore accede con lei nello studio, e con lei si interroga su: sedia o lettino?” [continua a leggere su LeggeronlineNews]
“Onirico si anagramma con ironico: questo libro racchiude in sé entrambi gli attributi.” [continua a leggere su Google+]
“La componente psicologica, basata sull’autoriflessione e sulle metafore, è centrale, ma Cetta non esce mai dal seminato delle sue competenze. Non si improvvisa, come talvolta accade a qualche autore tracotante, esperta di psicologia. Evita furbescamente di andare oltre ciò che sa, e la giusta misura credo debba far parte del bagaglio di ogni autore.”[continua a leggere su GiovanniGarufiBozza]
“[…] è pervaso nella prima parte da un’ironia leggera che provoca continui sorrisi e nella seconda da una fantasia surreale che riesce a essere credibile, il tutto narrato grazie a un ininterrotto, e perfetto, “stream of consciousness”, il flusso di coscienza di Woolf e Joyce.” [continua a leggere su danielaedintorni]
DICONO DI ME: I MEDIA
Su L’Indro, ottobre 2014 [Articolo di Flaminia P. Mancinelli]
Su Viajando al centro… de tu ser, luglio 2014 [lingua spagnola]
Su Tiscali Spettacoli, luglio 2014
Su Il Club del Libro, aprile 2014 [Articolo di Elisa Gelsomino]
Su Bibliocartina, dicembre 2013
Su Il Fatto Quotidiano, 7 dicembre 2013 [Articolo di Elisabetta Ambrosi]
Sulla rivista My Style di marzo 2013 [Articolo di Elisabetta Ambrosi]
Sul Quotidiano di Calabria, agosto 2012 [articolo e intervista di Tiziana Selvaggi]