I LIBRI NEL WEB: COME PROMUOVERLI CON IL BOOKTRAILER

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Presentare e promuovere un libro.
Ogni scrittore quando comincia l’avventura di un libro ha in mente un percorso ben preciso fatto di immagini, suggestioni, messaggi che hanno l’urgenza di essere trascritti, narrati. Quale che sia la motivazione a un certo punto il racconto prende forma e, col linguaggio che gli è proprio, quello della parola, viene trasmesso.
Dopo, il libro parte per un viaggio che, nella maggior parte dei casi, approda alla pubblicazione, sia essa tradizionale o di self-publishing. In entrambe le situazioni il lettore, destinatario finale di questa avventura, avrà tra le mani un prodotto, di carta o elettronico, da leggere e interpretare secondo il suo proprio sentire. Insomma, lo scrittore scomparirà e resterà la storia.

Ma bisogna farcelo arrivare questo libro al lettore, e spesso i canali tradizionali, la stampa, il web, i social, da soli non bastano. Ma soprattutto lo scrittore, con tutto quello che ha sentito, provato, con le sue emozioni, le sensazioni forti che lo hanno spinto a scrivere, ha ancora voglia di far parte di quel progetto/libro, vuol far sentire la sua voce, vuol far percepire esattamente quel messaggio, unico e irripetibile, che ha generato il romanzo.

 

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Il booktrailer come il trailer per i film.
Da un po’ di tempo gli scrittori e le case editrici hanno cominciato a produrre dei “booktrailer”, alla stregua dei trailer che si fanno per i film. Una presentazione filmica del libro. I migliori booktrailer sono diretti da registi importanti e vantano partecipazioni notevoli (un esempio è quello di Mani nude di Paola Barbato, con Ennio Fantastichini), ma va da sé che la maggior parte degli scrittori non possono permettersi costi del genere. E allora il web, Youtube in primis, pullula di videoclip o booktrailer (il videoclip rimanda ai filmati di promozione musicale ) fatti artigianalmente, didascalici, autoreferenziali, insomma… un disastro.

Due booktrailer professionali a costo quasi zero:

I professionisti si pagano – Il Videomaker
La cosa migliore da fare in questi casi è rivolgersi a dei professionisti. Il web ne è pieno. Videomaker emergenti o esordienti, che magari stanno frequentando laboratori di sperimentazione, giovani promesse del mondo dell’arte visiva che attendono solo di lavorare e mettersi alla prova. E non costano molto, sono davvero alla portata di tutti. La realizzazione di un video ben fatto, anche con soluzioni in 3D, compresa la postproduzione che riguarda il montaggio audio/video, con riprese originali e effetti sonori, può costare dai € 300 ai € 2.000, dipende ovviamente dalla complessità del progetto. Ma ne vale la pena.

La musica, SoundClouds e Creative Commons.
Lo stesso dicasi per la musica. Ci sono molti artisti che pubblicano i loro brani con Creative Commons, per cui c’è la possibilità di utilizzarli e di trasformarli in base alle proprie esigenze. Sarà sufficiente citare il musicista nei titoli di coda del video e nelle informazioni su Youtube. In questo caso non ci sono costi, nessuno.

I canali di divulgazione. Da 1 a 3, o forse 4…
A prescindere dal tipo di booktrailer che si vuol fare (ognuno segue il proprio gusto, ma un giusto equilibrio ci deve essere), il prodotto finito, qualitativamente valido, evocativo per immagini e musica, otterrà un triplice risultato: la divulgazione in tre diversi canali della promozione del libro. In un colpo solo.

1) Canale letterario. A cura dello scrittore e della casa editrice, se c’è. I salotti letterari, i gruppi di lettori, le librerie virtuali, gli eventi offline, le presentazioni e tutti i fan diretti dello scrittore.
2) Canale visual. A cura del videomaker. I contest di videoclip, le manifestazioni cinematografiche e affini, web TV, canali tematici, laboratori sperimentali, e tutti i fan del video maker.
3) Canale musicale. A cura del musicista. Il web è talmente ricco di veicolazioni fatte attraverso la musica che non faccio alcun esempio.

Per far sì che questo risultato sia duraturo è importante COME si presenta il booktrailer. Le didascalie, quei titoloni che appaiono, scorrono, scompaiono, imbrattano le immagini e distraggono dalla suggestione delle musiche, se possibile lasciamole stare (se invece sono necessarie, riduciamole ai minimi termini). Le parole appartengono al libro e, al massimo, ai titoli di coda. Altrimenti che interesse ha un videomaker a far vedere le immagini che ha montato con tanta sapienza se noi gliele nascondiamo? E che motivo ha il musicista di divulgare un video dove la sua musica non si ascolta perché continuamente distratti dalle parole che scorrono?
Il booktrailer deve suggestionare. Quindi lo scrittore dovrà imparare a sceneggiare il suo romanzo (se non se la sente può rivolgersi a chi lo sa fare) come se dovesse girare un film muto.

C’è un quarto canale di divulgazione che non ho citato, perché dipende da come viene montato il video, dagli strumenti utilizzati. Ma è un canale davvero potente. Quello cinematografico. Perché se si utilizzano attori per girare delle scene, magari giovani provenienti da laboratori teatrali, da scuole di recitazione, che faranno il video a costo zero perché per loro sarà una palestra importante, anche questi professionisti faranno girare il video nei loro canali, per farsi vedere, per avere un commento. E vi pare poco?

Come promuovere un libro? Gli strumenti per autori #Indie 2.0. IL BOOKTRAILER

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Ora che il blog sta acquistando la sua forma definitiva, (che poi non è vero, non c’è mai nulla di definitivo), ho deciso di inaugurare una nuova rubrica dedicata agli strumenti di promozione – e non solo – degli autori Indie. Parlare solo di promozione però potrebbe risultare noioso, e poi io non sono certo la massima esperta per poterlo fare, quindi condividerò con voi le mie esperienze, e spero voi facciate altrettanto. Proverò, e qui il condizionale è d’obbligo perché la vita potrebbe offrirmi molteplici motivi di distrazione, a scrivere un post ogni due settimane, in modo da avere il tempo di digerirlo e di confrontarci. Ah, che bello il confronto.

Non seguirò uno schema preciso, d’altronde sono una scrittrice, non un fisico nucleare.

Cominciamo dunque da un argomento che mi piace molto: il booktrailer. Oh, che strazio, direte voi! Eppure ho scoperto alcune cose interessanti. Lo sapete, ad esempio, che nell’ambito del prestigioso Cortinametraggio (International Short Film Festival) c’è una sezione di concorso dedicata ai Booktrailer? Qui potete trovare il modulo per iscrivervi, e qui le informazioni generali. E se questo non vi basta, sappiate che esiste addirittura un Booktrailer Film Festival (qui) che è  giunto alla VIII edizione e che coinvolge gli studenti delle scuole superiori, ma che ha ormai raggiunto rilevanza a carattere nazionale. Infine che dire dei Booktrailer Online Awards la cui prima edizione risale al 2012? Non mi pare poco…

Un po’ di storia. L’idea di creare un booktrailer è (ma guarda un po’) americana e risale ai primi anni ’90. All’inizio si trattava di semplici proiezioni di immagini suggestive con musiche, da utilizzare durante le presentazioni. Poi, nel 1994, Judith Keenan produsse il primo vero booktrailer per il thriller Amnesia di Douglas Cooper. Il video fu trasmesso da diverse emittenti televisive, ed ebbe un tale successo che il libro andò presto esaurito e l’autore fu costretto a moltiplicare le date del tour di presentazione. Negli anni 2000 le case editrici statunitensi capirono le potenzialità dello strumento/booktrailer per la promozione dei libri e cominciarono a diffonderlo online e, nel 2002, il regista Michael E. Miller e la scrittrice Sheila Clover English registrarono il marchio “Book Trailer”. Poi sono arrivati i social network e… beh, sappiamo cosa accade coi social. In Italia il booktrailer comincia ad affermarsi nel 2004, con l’iniziativa “Ciak si legge” all’interno del festival letterario Grinzane Cavour e, di seguito, editori quali Marsilio e Mondadori produssero i primi filmati per promuovere le loro pubblicazioni.

Ma i booktrailer costano. Vero. C’è un autentico business dietro la creazione di questi short film, e mi pare giusto, perché i professionisti della pubblicità sono i primi a esplorare le nuove tendenze di mercato e a dettarne le regole, e il mercato del libro aveva – ha ancora – bisogno di essere rilanciato. Gli esempi che ho fatto sono di registi e case editrici di rilievo e puntano a un pubblico enorme, per cui mettono in campo forze e capitali considerevoli. Con l’avvento del selfpublishing i “poveri” autori emergenti si sono trovati di fronte all’amletico dilemma: fare o non fare un booktrailer? Posto che un autore self non ha soldi, che deve autopromuoversi, che non ha tempo e che vorrebbe solo scrivere ma deve anche farsi leggere e vendere (per auto gratificazione, autocompiacimento, per affermarsi, perché è logico e giusto, fate voi…), uno strumento del genere non può essere tralasciato. Ed ecco di colpo fiorire una miriade di filmini, spot, trailer, video di tutti i generi e forme, prodotti artigianali molto improvvisati grazie alle molteplici possibilità che il web offre con programmini per video maker gratuiti ed elementari (li capisco anche io!). No, ragazzi, non ci siamo. Così si svilisce il prodotto, si fa una pessima pubblicità. Ma non allo strumento, sia ben chiaro. Si fa una pessima pubblicità al libro self!

E allora che fare? Si tratta di diventare realmente autori Indie, quindi imprenditori di sé stessi. Investire un minimo, sfruttare il web e la rete di contatti disponibile, credere nel proprio lavoro e lasciare che il resto lo facciano altri professionisti. Si può produrre un booktrailer di qualità a costo quasi zero. Tanto da farlo anche partecipare a uno dei concorsi che ho citato. Io l’ho fatto, e nel prossimo post vi racconterò come, quali obbiettivi volevo raggiungere e quali si sono realizzati. E vi farò anche un regalo.

La promozione può essere un incontro

Immagine presa da qui

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Poco più di un anno fa, ci riflettevo giusto oggi, ho preso coscienza che il web serve anche per promuovere uno scrittore. O il suo libro. Che non è la stessa cosa ma quasi. Ho sempre fatto “promozione” o “marketing”, per le aziende con cui ho lavorato, per eventi, manifestazioni, ma non mi era mai capitato di doverlo fare per me stessa.

Questo meccansimo perverso della pubblicità di sè stessi online non mi è mai stato congeniale. Io sono della vecchia scuola, amo il contatto diretto con la gente, guardarsi negli occhi, parlarsi. L’emozione di un incontro è qualcosa di straordinario. Può nascere di tutto dalla sinergia che si crea, anche nuovi spunti per creare qualcosa di diverso, di bello, di duraturo. Sono le relazioni che arricchiscono. Ecco perché, per quanto riguarda la mia realtà di scrittrice, fino a un anno fa l’ho sempre fatta conoscere “face to face” (ma sì, un inglesismo ci sta bene, è più efficace…).

Poi sono entrata nel meccanismo della promozione sui social. Perché è necessario. Ma l’ho fatto informandomi e preparandomi, e per fortuna, perché vi assicuro che si tratta di un vortice che risucchia tutto, energie, tempo, speranze e illusioni. Poi l’incontro con la SelfPublishing School e quasi subito e mi sono rincuorata. C’era qualcun altro che si poneva il mio stesso problema. Una promozione efficace e che lasciasse spazio all’attività principale: la scrittura.

Dopo un anno o poco più però mi sono stancata. Tutto troppo ripetitivo e strategico. Non fa per me. Partendo dagli elementi cardine che la SPS mi ha fornito ho capito che dovevo esplorare i miei desideri per raggiungere gli obbiettivi prefissati. Nuovi metodi, nuove iniziative, nuovi spazi da indagare. Che avessero a che fare con ciò che amo di più: gli incontri. Beh, funziona. Il primo risultato è il booktrailer di cui ho scritto addirittura una guida, e mi sono divertita a fare l’uno e l’altra. Poi, come le ciliegie, un’idea tira l’altra. Ma ve ne parlerò in seguito.

Richiedi la guida qui

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