Sì, ma c’è il blocco. Hanno bloccato il traffico di Roma, giornata ecologica, dicono. Proprio stasera? E che stronzi! Io ho la macchina a gas, passo lo stesso. E poi è la mia serata, non posso certo mancare. E sono due giorni che cucino…
Si vede che in molti hanno la macchina a gas perché ne è venuta di gente. O magari non vedevano l’ora di salutarmi, ora che vado via. Ma sì, un po’ di sano cinismo non guasta, che già lo so, stasera piangerò. Ma no, dai che resisto…
Ci sono questi ragazzi, questi attori giovanissimi che ha portato il mio editore Watson, e leggono brani di “Anna”, il mio ultimo romanzo. Io me ne sto qui, accanto a Maria Giordano (la mia relatrice, ndr), e già sento l’emozione che sale. Ma le ho scritte io queste cose? C’è il dialogo tra Angelico e Don Gerardo, e la gente ride. Anche io rido. Bello! E Maria che mi racconta… caspita, parla di me, del romanzo, e io riesco anche a rispondere con cognizione di causa. Fa davvero uno strano effetto rendersi conto di “cosa” arriva di te attraverso ciò che scrivi.
Mi guardo intorno e, in mezzo a tante facce sconosciute, ci sono gli amici di una vita. Quelli di oggi, di ieri e dell’altro ieri. Nei loro sguardi ritrovo i miei, e quelli che ci siamo scambiati tante volte, in tante circostanze. L’emozione è a un punto critico, è un’onda di amore. Per fortuna c’è il buffet. E il vino. E il pane della festa di Anna.
Arriva alla fine il momento dei saluti. Dopo le chiacchiere, dopo i ricordi, dopo le foto, dopo aver visto i miei mondi gravitare tra loro e fondersi in un unico meraviglioso universo, ci stringiamo tutti in un ripetuto abbraccio. E piango.
Ciao!