Il mio nuovo romanzo, un noir tra leggenda, mito e realtà

Ci sono tante cose che girano intorno a questo romanzo, cose che possiamo chiamare destino o fato o coincidenze, come preferite, ma che hanno per me un significato che va oltre.
Quando ho cominciato a scriverlo era l’estate del 2016, da poco ero rientrata dalla Germania e Mariù mi intratteneva con le sue storie succose.
Nei pomeriggi di agosto, quando la calura stringeva la gola e ci trasformava in spugne da spremere, io e Mariù ce ne stavamo a casetta giù in Calabria, ventilatori al massimo, lei spiaggiata sul letto a riposare, io spiaggiata sul divano a leggere.
A un certo punto lei si svegliava: ” Te lo ricordi..?” e partiva con racconti su gente mitologica, intrecci famigliari che mai sarei riuscita a districare, intrighi, segreti, gossip del secolo scorso che mi raccontava come fosse successo tutto il giorno prima, senza mai perdere il filo.
Il racconto più strano riguardava questo lontano parente acquisito che, a un certo punto della sua vita, si era ritirato fra i monti a fare l’eremita.  Da qui è nato il titolo “La leggenda del Re Eremita”, solo che la storia doveva avere tutt’altro tenore: mistica, misteriosa, ci avrebbe trasportati in un mondo immaginario dove la religione e gli antichi riti pagani trovano casa.

La vita mi ha fatto incontrare la malattia qualche mese dopo. La rabbia, la paura, il dolore, la voglia di rivincita hanno di fatto deviato il corso della narrazione: è rimasto il titolo, sono rimasti i riti, ma tutto il racconto è diventato un noir.
Un noir che doveva trovare casa e che ho affidato alle premurose mani del mio agente letterario, Patrizio Zurru.  E qui vi racconto un altro dettaglio succoso.

Nel 2012 ho assistito per la prima volta a una presentazione “strutturata” ( ho assistito ad altre presentazioni ma, o si trattava di amici o erano firmacopie o erano eventi letterari) con autori, relatore e editore riuniti in libreria.
Gli autori erano Luca Ragagnin e Stefano Sgambati, la relatrice era Gaja Cenciarelli e l’editore era Miraggi Edizioni.

Mi sono innamorata della casa editrice prima di tutto, con quelle cover fatte di carta da pacchi, con quelle pubblicazioni così accurate. Mi sono detta che avrei tanto voluto pubblicare con loro anche se la vedevo difficile…

Quella sera da Altroquando ho conosciuto persone particolari: Stefano e Luca con la loro ironia – i libri in presentazione erano “Musica per Orsi e Teiere” e “Fenomenologia di Youporn” -, Gaja con la sua straripante bellezza, Guido Catalano che declamava versi annaffiati da un rosso speciale, Fabio e Alessandro, il cuore e l’anima di Miraggi.
A distanza di sette anni il mio romanzo ha una sua camera in casa Miraggi e a curarne editing e quarta di copertina è proprio Luca Ragagnin. Coincidenze? Non credo.

Infine il fiocco finale, bello, colorato e resistente, e anche per questo c’è roba da raccontare.
Io ho un’amica speciale che mi consiglia libri. Si chiama Francesca e, oltre ad avere un blog letterario fantastico e scrivere cose che incidono il cuore, da pochissimo è diventata una libraia stupenda. Qualche anno fa, da me sollecitata, mi raccomandò la lettura dei romanzi di Giorgia Lepore, perché amo il noir e perché era la prima scrittrice accolta in casa SabotAge, collana da noi tanto apprezzata. Rimasi folgorata da quelle letture, così tanto che, come ho avuto modo di raccontare a Giorgia, mi è nata un’insana passione per il protagonista dei suoi libri, tanto da percepirlo in carne e ossa, di notte, nei sogni. Non mi capitava dai tempi delle letture adolescenziali.

I miei desideri più grandi dunque erano:
1) Che Giorgia leggesse un mio romanzo
2) Che la mia presentazione – una a caso – avesse Francesca come complice.

Accade che Giorgia abbia letto il mio romanzo nuovo nuovo e ne abbia scritto la prefazione.
Accade che la prima presentazione de La leggenda del Re Eremita sarà il 23 ottobre a Roma, alle 19, da Bookstorie, la libreria che Francesca ha aperto insieme ad altre tre splendide e folli donne. Coincidenze? Non credo.