La luce, l’energia elettrica intendo, può mancare essenzialmente per tre motivi: perché hai dimenticato di pagare la bolletta (meglio pagarla dunque), perché è inverno e c’è un nubifragio in corso, oppure perché è estate, fa un caldo pazzesco e tutti accendono ventilatori e simili.
Ecco perché una scrittrice deve conoscere tutti i metodi empirici per continuare imperterrita il suo lavoro.
Ora, io sono fortunata (o forse ho fatto una scelta strategica) perché per scrivere utilizzo un portatile che ha una batteria.
Ma…scrivo di notte, generalmente, e questo dettaglio può vanificare tutte le mie strategie quando manca la corrente.
La scorsa notte ero impegnatissima, tutta presa da una trama coinvolgente che aveva travolto i miei personaggi, concentrata e appassionata perché volevo a tutti i costi sapere come si sarebbero evoluti gli eventi (perché loro, gli eventi, si evolvono da soli), quando mi sono ritrovata al buio. Panico. Il pc era acceso (benedetta invenzione della batteria) ma mi dava un’autonomia di poco più di un’ora. E comunque c’era un buio del cavolo, quindi ho fatto l’unica cosa possibile:
Ho acceso tutte le candele
Gran fatica, ma ne valeva la pena. E poi vuoi mettere l’atmosfera?